Secondo Szent-Gyorgyi (1893-1986), premio Nobel e iniziatore della Biologia Elettronica, ci sono 4 dimensioni di cui il biologo deve occuparsi: quella macroscopica (anatomia), quella microscopica (cellule), quella molecolare (proteine) e quella sub molecolare o elettronica. Quest’ultima non è ancora ben considerata dall’impianto accademico che guarda ancora al corpo come insieme di organi fatti di cellule separate che svolgono specifiche azioni biochimiche.
I sistemi di comunicazione che sviluppano i processi sensoriali e le attività motorie, sia a livello volontario che involontario, sono ancora attribuiti alla rete neuronale così come accade per quelli che presiedono alle attività ormonali e immunologiche che studiamo ancora come attributi specifici del sistema endocrino e di quello immunitario (malgrado lo sviluppo della Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia). In realtà esiste una connessione ancor più globale e sottile, ben più rapida e funzionale delle altre, che coinvolge le dinamiche elettromagnetiche onnipresenti nell’organismo e che è sostenuta dalla matrice proteica e acquosa dello stesso organismo. Come ben ci ha spiegato James Oschman nei suoi 2 libri (La Medicina Energetica: le basi scientifiche e La Medicina Energetica per le terapie e per migliorare le performance fisiche) in passato l’accento è stato posto sui messaggeri chimici ( ormoni e neurotrasmettitori) trascurando altre forme quali gli elettroni, il suono e i campi magnetici rispetto a cui, tra l’altro, le strutture sono totalmente permeabili.
“ le molecole non devono entrare in contatto per interagire”. L’energia può fluire attraverso…il campo elettromagnetico…questo, insieme all’acqua forma la matrice della vita” (Szent-Gyorgyi 1988).
Il collagene sul piano macroscopico, le proteine in quanto semiconduttori su quello molecolare e l’acqua, sono i substrati di conduzione di queste informazioni costituendo una matrice che si estende dal nucleo di ogni cellula alle strutture micro tubulari intracellulari, a quelle intercellulari e, attraverso le fasce e le strutture connettivali, continua fino alla superficie corporea. Anzi, il campo EM ( ed in particolare quello del cuore, della retina, dei plessi neurovegetativi e del cervello) sono in vari modi registrabili anche a distanze di parecchi centimetri dall’organismo. Tali campi costituiscono uno dei sistemi più antichi e universali di comunicazione tra gli organismi viventi e tra questi e i vari campi energetici ambientali e planetari. Percepibili solo attraverso adeguato addestramento, i campi EM restano nell’ambito dell’inconscio o di forme empatiche, intuitive o “paranormali” di conoscenza.
Lo sviluppo scientifico del Biomagnetismo e lo studio del campo EM è in realtà in fase ben avanzata come dimostra la realizzazione di strumenti di misura come i magnetometri SQUID le TRV (tecniche di ripresa vibrazionale) o vari strumenti di intervento come i Pulsing Elettromagnetic Field, le Onde Millimetriche, gli apparecchi di Biorisonanza. Si è potuto in tal modo confermare sia l’esistenza dei canali energetici di connessione ultrarapida ( i meridiani della Medicina Tradizionale Cinese e le Nadi dell’Ayurveda) sia confermare come alcune pratiche terapeutiche energetiche e meditative sono in grado di modificare e riorganizzare i campi disturbati e con questo di contribuire a sanare aspetti biologici e tissutali concomitanti. Decisamente importanti gli studi sul campo EM del cuore. L’ampiezza delle onde cardiache è 60 volte quella del cervello, il campo magnetico del cuore 100 volte quello cerebrale e si estende fino a 2,5-3 metri dalla persona. Gli studi dell’Institute for Heart Math ( Istituto delle matematica del cuore, 2001) hanno evidenziato una correlazione fra lo stato emotivo e lo spettro di frequenza dei segnali elettrici: i sentimenti di amore, affetto, così come quelli di rabbia e frustrazione influiscono su tali segnali e sono condotti ad ogni singola cellula somatica. McCraty, 1998, ci ha insegnato che i segnali ECG di un individuo possono essere registrati dall’elettroencefalogramma di una persona vicina in relazione alla distanza tra le due.
Che esista una una comunicazione non neurale che crea spesso vie preferenziali e vantaggiose di azione dell’individuo e di comunicazione tra individui è poi ben chiaro in molte esperienze di coordinazione globale e di sintonia, ad esempio in ambito artistico e sportivo: un micio che si spaventa può saltare in modo globale in alto oltre mezzo metro con una velocità maggiore di un singolo riflesso monosinaptico; in alcuni sport di squadra ( basket e baseball su tutti) molti atleti, così come ballerini o musicisti in fasi di improvvisazione jazzistica, riferiscono una “zona” dove le loro azioni sono fluidamente sincronizzate e integrate con quelle dei compagni, in cui le cose accadono senza l’applicazione di una ben definibile volontà od organizzazione mentale. La stessa cosa può spiegarci l’incredibile velocità e “precognizione” delle mosse dell’avversario nelle arti marziali.
Decisamente stupefacenti i risultati degli studi elettromiografici di Valerie Hunt (1989) nella pratica del “ Continuum Movement” di Emilie Conrad ,dove si balla in uno stato di abbandono totale al movimento, un po’ come in alcuni stati di “trance”: ebbene, nei muscoli sollecitati in tali movimenti, dopo qualche minuto di attività elettrica classica, non si registrava più alcun segnale e con questo alcun consumo di energia. In queste fasi anche la pressione e la frequenza cardiaca si abbassano malgrado l’intensità del movimento.
Sul piano della interazione già negli anni ‘70 le analisi condotte da William Condon delle videoriprese di una conversazione tra 2 persone avevano rivelato che per ogni segmento di parola pronunciata esiste un gruppo di micromovimenti specifici della testa e di varie parti del corpo; ebbene, si è visto che l’ascoltatore si muove in modo perfettamente sincrono con tali movimenti. Qualcosa insomma informa specificamente il corpo dell’ascoltatore quando ancora la decodifica cognitiva dell’aspetto verbale non è avvenuta.
Esistono insomma due tipi di tempo: un tempo neurologico ed un tempo di trasmissione connettivale ( probabilmente di risonanza quantistica) che usa l’intera struttura del nostro corpo ( matrice). Non esiste una cognizione, apprendimento e memoria che risiede esclusivamente nel cervello ma ne esistono altre che si trasmettono al di fuori del vincolo spaziotemporale della biochimica e dell’impulso nervoso. Possiamo parlare allora di una Coscienza Cerebrale ma anche di una Coscienza Continua “atemporale”, “primordiale”che spesso precede l’evento stesso. La “non località”di questa “conoscenza” e comunicazione ( entanglement) appare evidente e può aiutare a spiegarci molti fatti ritenuti sinora non spiegabili scientificamente. Secondo Emilio Del Giudice (1940-2014), uno dei più grandi fisici teorici e pionieri del nostro secolo, gli individui tendono spontaneamente a cercare la miglior risonanza di fase attraverso l’interazione con altri individui. Molti artisti e sportivi dichiarano di percepire, in alcuni momenti, l’intervento di una “coscienza di gruppo” che agisce al posto di quelle dei singoli.
L’Elettrodinamica quantistica ( Preparata) e la Teoria del campo quantico trattano proprio quelle interazioni acqua/proteine che rientrano nella così detta “coerenza quantistica” ( Del Giudice, Vitiello, Smith, Popp). La matrice è allora meglio considerarla un sistema sinergico cooperativo e collettivo sia di aspetti lineari che non lineari ( transizioni di fase), ed è rete meccanica ma anche energetica, vibrazionale,fotonica e informativa.