Per Freud fondamentalmente esiste una connessione ed una causalità per così dire lineare tra lo psichico ed il somatico: il corpo opera infatti una “conversione” (isterica) di componenti della libido che è si istanza energetica, ma fondamentalmente colta solo sul versante dello psichismo affettivo e sessuale. Quasi sempre le trasformazioni dei contenuti conflittuali sono lette semplicemente come “meccanismi di difesa” dell’IO, connotate quindi implicitamente come ostacoli, anziché come espressioni sincroniche dell’elemento pulsionale o energetico.
E’ fondamentalmente con W. Reich che mente e corpo si compenetrano, ogni funzione dell’uno corrisponde ad un processo funzionalmente identico nell’altro. L’origine e l’unità sta nel processo energetico che universalmente si esprime sia nella dimensione individuale ( emozionale, mentale, relazionale) sia nella struttura fisica.
Come ben molti sanno fu C.G. Jung a intuire come il concetto di inconscio dovesse estendersi e comprendere anche quei contenuti mitici, immaginifici, sociali e culturali comuni a popoli e tradizioni (archetipi) che si tramandano e si esprimono anche individualmente attraverso, appunto, “l’inconscio collettivo”. La nuova istanza e archetipo del “Sé”, al cui riconoscimento e sviluppo Jung affida il processo di Individuazione e la realizzazione del proprio progetto di vita, non è più però, anche per lui, istanza immateriale e psichica ma manifestazione contemporaneamente somatica, mentale e simbolica dell’organismo (vedi la metafora dello spettro elettromagnetico)
Da questa fondamentale intuizione ne deriva che, quello che da un lato è stato riconosciuto e ampiamente descritto dei fondamenti archetipici sul lato psichico dallo stesso Jung, noi lo possiamo ritrovare in tutto lo sviluppo delle strutture anatomiche che dal primo organismo vivente si sono evolute ( filogenesi). E’ nella costante interazione con la natura e le forze ambientali (ECO) attraverso cui si strutturano soluzioni anatomofisiologiche sempre più complesse (BIO) che si manifestano elementi psichici e simbolici (PSICOLOGIA), analogici alle funzioni intrinseche della vita.
Se a livello primordiale ed unitario c’è un Uno/Tutto, ben noto nelle tradizioni orientali ed oggi anche nella fisica quantistica, dove lo psichico ed il materiale sono ancora indistinti ( l’Orgone in Reich, lo Psicoide in Jung), nella sua estrinsecazione e sviluppo di elementi psichici e materiali (dall’inorganicità di atomi, molecole sostanze in diverso stato all’organicità di uni e pluricellulari) si assiste ad un aumento di complessità delle immagini e rappresentazioni psichiche da un lato e delle forme anatomiche e interazioni biologiche dall’altro. Nel paradigma ecobiopsicologico anche la società, i gruppi, le dinamiche ecologiche, lo sviluppo della ragione e del libero arbitrio, della libertà vanno intese come proprietà emergenti e strutturate in senso archetipico e simbolico. Se gli elementi conflittuali e le interazioni sistemiche tra le varie individualità micro e macrosistemiche sono allora il palcoscenico che promuove la vita e la differenziazione degli organismi viventi, i veri protagonisti e contenuti comuni a qualsiasi livello sono quelle funzioni di base che garantiscono da un lato la stabilità dei sistemi e dall’altro la loro possibile differenziazione ed evoluzione. Espandersi e ritirarsi,ad esempio, introdurre e restituire parti del creato, mantenere una individualità,accoppiarsi e riprodursi, strutturare e sciogliere legami con gli altri sono funzioni analogiche che, se realizzate sul piano unitario psicosomatico consentono la realizzazione del progetto e del senso del Sé, altrimenti si esprimono, attraverso segni e sintomi che rappresentano lo stato del processo per quel preciso organismo in quel dato contesto.
Per ribadire ancora in termini junghiani: la funzione è l’archetipo e gli organi ne rappresentano le immagini archetipiche. E’ infatti oggi ben riconosciuto come, sia nello sviluppo filogenetico che in quello ontogenetico embrionale, è proprio la funzione che getta le basi per la costruzione dell’organo e non viceversa. Quando la realizzazione di una funzione è ora ostacolata, ora “stimolata” da un aspetto conflittuale, alcuni contenuti degli inconsci, individuali o collettivi, possono essere espressi attraverso la psiche ( fantasie, sogni, fobie,ansie) o attraverso espressioni somatiche ben connotate a tutti i livelli( biochimico, anatomico) dotate di significato, che costituiscono nel loro insieme il cosidetto “sogno d’organo”. Quando l’individuo non riesce a cogliere il valore emozionale di un evento o il contenuto realizzativo di una priorità, quando non riesce a sviluppare consapevolmente la funzione al livello di evoluzione sistemica (famigliare, sociale, spirituale) che le è proprio l’unica possibilità è quella di esprimerla attraverso linguaggi, disfunzioni o lesioni organiche.
Comprendere tali linguaggi e analogie ( l’aspetto simbolico) e utilizzare stimoli adeguati per consentire loro di esprimersi e svilupparsi meglio costituisce il possibile contributo che può essere fornito dall’intervento del maestro, dell’analista, dell’altro.
Per una lettura esauriente di questa sintetica esposizione consigliamo la consultazione di tutto il materiale didattico e bibliografico di aneb ( Ass. Naz. Di Ecobiopsicologia), vedi link.