La “Psicogenealogia”
Fin dagli anni ’70 diversi studiosi di varia provenienza hanno scoperto insospettabili nessi tra eventi o conflitti verificatisi nella genealogia famigliare e vicende, disturbi, malattie dei discendenti.
Per citarne solo alcuni ricordiamo Jacob Levi Moreno che sviluppa fin dagli anni ’70 il suo genosociogramma e lo psicodramma come tecnica di rielaborazione della comunicazione trans personale, Ivan Boszormenyi Nagy che già nel 1973 ci documentava sull’esistenza di “lealtà familiari invisibili” che sanzionano norme e ruoli nelle discendenze, Francoise Dolto e Vincente de Gaulejac che negli anni ’80 e ’90 ci hanno raccontato come alcune realizzazioni di vita sono rese vane da debiti che vengono contratti verso parenti ormai defunti da tempo, Bert Hellinger che nello sviluppo delle “Costellazioni Familiari” ci ha ulteriormente parlato all’inizio del nuovo secolo delle regole che governano gli affetti e gli ordini famigliari, Anne Anceline Schutzemberger che fin dagli anni ’90 ha scavato sulla “Sindrome degli Antenati”. Nessuno ha potuto spiegare come avviene la trasmissione di certe informazioni, secondo alcuni attraverso un effetto di “risonanza” con cui memorie e segreti vengono tramandati.
Ad affiancarsi a questi studi ci sono gli sviluppi degli studi biologici che considerano l’effetto delle memorie archetipiche umane e animali e che hanno portato il medico francese Claude Sabbath a sviluppare la “Biologia Totale” con la decodifica della relazione tra conflitti personali e trans generazionali e strutture biologiche. Fondamentali, su questa connessione, le correlazioni psiche-cervello-organo specificate da Geerd Hamer insieme alla elaborazione delle 5 Leggi Biologiche ( vedi anche http://www.ilmondodentro.net/psiche/). Il lavoro sul campo di autori come Gerard Atthias, Claude Sabbath, Salomon Sellam e negli ultimi anni molti altri finisce per darci percorsi di lettura ed intervento veramente decisivi ed efficaci. Sul piano biologico la trasmissione transgenerazionale può cominciare ad essere spiegata attingendo dagli studi e alle scoperte sull’ ambiente molecolare che, al livello della cellula e del suo nucleo, facilita o controlla l’espressione genetica. E’ l’Epigenetica che offre le basi per spiegare l’ultimo passaggio tra qualcosa che altrimenti resterebbe devoluto a forze o impronte vibrazionali, o addirittura metafisiche, per riferirsi a qualcosa che si manifesta attraverso il linguaggio fondamentale dell’organizzazione organo-biologico individuale: quello chimico e molecolare.
L’Epigenetica
L’Epigenetica riguarda lo studio delle variazioni dell’espressione genica non causati da mutazioni genetiche ma da stimoli ambientali, che possono comunque essere ereditabili. Tali cambiamenti possono essere permanenti o reversibili. Tra i primi basti ricordare quelli che consentono nello sviluppo embrionale di diversificare i vari tipi e funzioni di cellule a partire dalla prima cellula ( ossia che consentono di sviluppare cellule muscolari piuttosto che epatiche, epiteliari o polmonari e così via a partire da una prima cellula totipotente) e che consentono di mantenere, una volta che la differenziazione è avvenuta, tali proprietà nelle divisioni successive ( eredità mitotica). Per stimoli di tipo ambientale ( agenti tossici di tipo fisico, chimico, biologico ed agenti di natura psicologica) anche tali impronte epigenetiche possono alterarsi determinando la perdita di integrazione delle cellule con i meccanismi di omeostasi biologica del sistema. E’ stato ormai accertato che variazioni dell’espressione genica possono inoltre trasmettersi alla discendenza attraverso il patrimonio epigenetico di ovuli e spermatozoi ( eredità meiotica o trans generazionale). Per capire i meccanismi di azione del sistema epigenetico bisogna innanzitutto considerare che tutto il vocabolario chimico che costituisce il DNA è regolato da processi di attivazione ( RNA polimerasi e Transcriptasi) e silenziazione dei vari geni. Sui fattori di trascrizione si è visto sono attive sostanze ormonali, proteine modulanti i processi infiammatori e neuropeptidi. Si è inoltre constatato che da una stessa sequenza di basi azotate del DNA possono svilupparsi splicings ( montaggi) di aminoacidi diversi e quindi di proteine diverse.Tra i meccanismi molecolari deputati alla modulazione dell’espressione genica i più conosciuti riguardano la metilazione ( e demetilazione) del nucleotide citosina che può attivare o silenziare un gene, le modificazioni delle “ code” delle proteine istoniche, veri e propri impacchettatori dei filamenti cromatinici, e l’attività di micro RNA e RNA non codificanti. In ogni caso tutti questi fattori si esprimono in maniera non lineare ma attraverso una rete di interazioni reciproche.
Una delle funzioni più precoci e fondamentali del sistema epigenetico è legata al ruolo di silenziazione di alcuni geni nelle primissime settimane dal concepimento e da quello del cromosoma x di origine materna o paterna negli embrioni femminili, da questa dipenderanno caratteristiche diverse del comportamento ormonale, immunitario e neurologico della figlia. L’assetto ormonale della madre sembra influire su queste silenziazioni. Numerosi studi, soprattutto sull’azione di sostanze inquinanti a cui è esposta la madre durante la gravidanza, hanno dimostrato come tali sostanze alterino l’informazione epigenetica aumentando la possibilità di sviluppare malattie già nella prima infanzia o nell’età adulta. Tali disordini riguardano una maggior probabilità di sviluppare malattie endocrine e degenerative, così come malattie tumorali. Fin dagli anni ottanta si è sviluppata la teoria dell’origine fetale delle malattie dell’adulto. Allo stesso modo,su piani di condizionamento più tipicamente psicologico e/o traumatico, si è visto come fattori di accudimento diverso nelle prime fasi dopo la nascita e fattori economici incidano sulla metilazione del DNA riducendo la resistenza allo stress degli organismi adulti.Per le tematiche affrontate dal nostro istituto sono decisamente importanti tutti i lavori che testimoniano la possibilità che fattori di carenza alimentare, di esposizione a insulti ambientali o a traumatismi psicologici possono associarsi a problemi specifici nelle 2 o 3 generazioni successive. Questo è stato recentemente dimostrato dagli studi di Isabelle Mansuy del Brain Research Institute di Zurigo, pubblicati su “Nature”. Alterazioni glicemiche e comportamentali conseguenti a stress traumatici nelle cavie si trasmettono, attraverso alterazioni dei microRna di vari tessuti tra cui lo sperma, fino alla terza generazione. ( vedi anche http://www.ilmondodentro.net/abstract-epigenetica/)
Per approfondimenti e riferimenti bibliografici in Italiano vedi anche il libro di Francesco Bottaccioli “Epigenetica e PsicoNeuroEndocrinImmunologia” ( http://www.macrolibrarsi.it/libri/__epigenetica-e-psiconeuroendocrinoimmunologia-libro-francesco-bottaccioli-libro.php).
In una lettura sistemica che includa tutte le possibili forme di informazioni che riceve un organismo, da quelle “astrali” a quelle emozionali a quelle biochimiche, la Biopsicologia rispetta e promuove una lettura parallela delle dinamiche energetiche, psichiche e molecolari. La possibilità di chiarire gli aspetti analogici sui vari piani dei singoli passaggi, il ruolo dell’ambiente nel senso più ampio del termine, la catena multidimensionale di eventi complessi che portano a far emergere o meno un evento lesivo per la persona, la possibile finalità evolutiva di quest’ultimo rispetto a quanto un sistema di funzioni e ordini compromessi o non ancora sviluppati nella linea famigliare necessitino, sono tutti anelli fondamentali di conoscenza. Solo una lettura di tal genere può garantire un pari rispetto per spiegazioni o dimostrazioni diverse circa i nessi in gioco, abbattere posizioni dogmatiche e dicotomizzanti, assegnare ad ogni scoperta quella dignità e validazione necessari. Riguardo, ad esempio, una frequente diatriba sull’evidenza causale dei fattori tossico ambientali vs quelli psicologico-conflittuali circa l’origine delle malattie noi avanziamo l’ipotesi, tutta da dimostrare, che laddove vi siano le condizioni conflittuali e le impronte trans generazionali che minacciano una funzione vitale ed il suo organo corrispondente, l’organismo, a valle dell’impronta epigenetica acquisita da tali condizioni, utilizzi in senso patogenetico ben precise sostanze tossiche ed oncogene per sviluppare un cancro, sostanze che una persona con un “programma” psicobologico transgenerazionale differente, tollera e metabolizza. Un inquadramento del genere consente di validare sia l’andamento stocastico ( probabilistico, casuale) delle ripetizioni di eventi caratteristici della psicogenealogia, sia la correlazione statistica tra presenza di markers genetici tumorali e incidenza dei tumori specifici correlati.