L’osteopatia nacque alla fine dell’800 grazie allo studio del
dott. Still che capì la relazione tra equilibrio funzionale e quello
articolare. Ma la prima e grande diffusione in Europa avvenne negli
anni 50. L’osteopatia è un metodo manuale come la kinesiologia e si
basa nell’individuare e trattare le varie restrizioni di mobilità delle
strutture che compongono il corpo. L’osteopatia utilizza
tradizionalmente tecniche dimanipolazione vertebrale, craniale, e
viscerale. Attraverso lo sviluppo di un fine ascolto delle strutture
anatomiche, anche le più sottili e profonde, tali manipolazioni sono in
grado di migliorare tutte le condizioni, anche quelle metaboliche o
vascolari dei vari distretti corporei. Per comprendere come un contatto
ed una manipolazione appropriate possano modificare favorevolmente
aspetti non solo ossei o articolari ma anche l’equilibrio psichico e
neurovegetativo dell’organismo così come aspetti metabolici o vascolari
specifici dei vari organi, bisogna ricordare alcune nozioni generali di
anatomia ed embriologia.
L’organismo è infatti organizzato spazialmente, fin dal suo primo
sviluppo , intorno ad un centro di sviluppo (il Core della bioenergetica, la Linea Mediana del sistema
Cranio-Sacrale) rappresentato dall’abbozzo del sistema nervoso avvolto
dalle meningi e da ciò che diverrà le ossa del sistema cranico e
vertebrale. Tale nucleo deriva dallo strato più esterno dell’embrione,
denominato ectoderma, da
questo si sviluppa anche l’altra struttura fondamentale che definisce
un individuo rispetto al resto, la pelle. Intorno ad esso si organizza
il mesoderma da cui si
sviluppa tutto il sistema di sostegno dei vari segmenti e dei vari
organi (il tessuto connettivo appunto, le ossa, i muscoli, insieme alle
strutture vascolari che ne garantiscono il trofismo) e, ancora più
profondamente, l’endoderma, da
cui si differenziano i vari organi interni. Mentre le funzioni più
complesse ed elaborate dell’essere umano coinvolgono l’intero organismo
tramite sistemi di interazione tra organi, sostanze ed apparati (vedi
sistema psico-neuro-endocrino-immunologico), le funzioni più elementari
di regolazione trofica, vascolare, neurovegetativa, da cui dipendono le
integrità più importanti e fondamentali dei vari tessuti e dei vari
organi, mantengono una organizzazione segmentaria per cui potremmo dire
che ad ogni segmento di colonna vertebrale e di tessuto nervoso
corrispondono le condizioni delle varie strutture che gli corrispondono
a livello somatico e viscerale. (Vedi figura 1).
E’ per questo che
manipolando e ristabilendo i corretti rapporti ossei, legamentosi e
fasciali della struttura cranio-vertebro-sacrale si modificano
favorevolmente le condizioni vasculo-trofiche e funzionali dei vari
organi, tanto più che quasi tutto il sistema neurovegetativo che
governa il fine equilibrio omeostatico dei vari organi è collocato ai
lati della colonna, nei plessi sacrali ed alla base dell’encefalo,
ossia del cranio (Vedi figura 2).
In quest’ultima zona vi sono, inoltre, i centri più importanti per
l’attivazione o l’inibizione dei meccanismi di risposta legati allo
stress come, ad esempio, la Formazione Reticolare: spesso un
allentamento delle tensioni del collo, del viso e delle spalle è
sufficiente, anche da solo, per ripristinare uno stato di benessere
generale, un miglioramento della respirazione, della digestione, del
tono dell’umore. E’ ovviamente valido anche il contrario: alterazioni
del funzionamento, della statica, della motilità, del metabolismo degli
organi e delle strutture “periferiche” si ripercuotono sul centro
modificando gli assetti del sistema cranico, vertebrale e sacrale e le
fini regolazioni del sistema nervoso. Per questo motivo, ristabilendo i
corretti rapporti anatomici, il tono, le possibilità di movimento e le
pressioni delle varie strutture, una rispetto all’altra, si riattivano
meccanismi fisiologici e innati di funzionamento e di guarigione. Più
dettagliatamente si possono individuare interazioni peculiari e
specifiche tra aspetti strutturali muscolo-schelettrici, alterazioni
organiche o funzionali di tipo metabolico e alterazioni della sfera
mentale-emotiva per cui, ad ogni alterazione di un versante,
corrispondono modificazioni sugli altri due (Vedi figura 3).
Le alterazioni del comparto mesodermico e vascolare, che è l’apparato
di connessione e di comunicazione, sia anatomico che
fisico-chimico-elettrico, dei tre distretti,divengono di centrale
importanza. E’ fondamentalmente tramite tale comparto che opera
l’osteopata. Si può forse meglio capire, a questo punto, come
intervenendo comunque su uno o più lati del triangolo (classicamente
denominato Triangolo Della Salute) si possano produrre modificazioni
sugli aspetti e le manifestazioni degli altri lati.
TECNICA CRANIOSACRALE
La terapia craniosacrale è una pratica
di medicina complementare facente parte della tradizione osteopatica.
Sistema Craniosacrale è
una
denominazione coniata da John Upledger, che negli anni ’70 creò la
Cranio Sacral Therapy, come disciplina distinta dall’Osteopatia
Craniale. Il modello del “Sistema
Craniosacrale“ si basa sulla circolazione del Liquor, sui
movimenti delle ossa e delle meningi, e sul Ritmo Craniosacrale o
Impulso Ritmico Cranico dai 6 ai 12 cicli al minuto (Upledger) Possiamo
definire questo un modello Biomeccanico, in Italia la metodologia è
stata ribattezzata Tecnica Cranio-Sacrale, è divulgata in ambito
sanitario e non.
Nell’ambito della Biodinamica, dall’originale definizione di W.G.
Sutherland di “Meccanismo
Respiratorio Primario” e le sue 5 componenti, si è passati a
quella di “Sistema Respiratorio Primario”, una definizione più
appropriata e più ampia, che include tutte le forze biodinamiche,
biocinetiche e biomeccaniche che agiscono nell’organismo vivente, per
il mantenimento della salute, fin dalla fecondazione. (vedi MacPartland)
Oggi si definisce la Respirazione
Primaria, quella forza vitale che è l’espressione delle
bio-morfologie dinamiche descritte dall’embriologo E. Blechschmidt.
Una similitudine
semplificata con le forze che agiscono nell’oceano può
chiarire :
-
Le onde sulla
superficie sono il Ritmo Craniosacrale,
determinato dai venti e dalla e
condizioni atmosferiche
-
Le correnti più
profonde e stabili sono rappresentate dalla Marea Media e attraversano
il corpo dei fluidi
-
Al fondo dell’oceano
c’è una corrente di fondo ancora più lenta, a Marea Lunga, che emerge
dalla Quiete Dinamica del fondo del mare.
Le qualità che permettono la
relazione con la Respirazione Primaria
RP,
sono innanzitutto qualità che dipendono dalla presenza dell’operatore e
dalla sua capacità di incarnare (in inglese il termine Embodiment rende
bene questo principio) una dimensione di Interezza e di Presenza.
Per Interezza intendiamo la
nostra globalità non frammentata,
l’esperienza biologica dell’embrione, la nostra dimensione olistica
come la potenziale integrità che trascende le singole parti e ci
restituisce il senso di totalità.
Sembra un concetto filosofico, ma nella dimensione biodinamica
craniosacrale conta l’esperienza corporea incarnata, il sentire che non
passa dalla cordialità.
Per Presenza intendiamo
l’essere presenti a sè stessi, sapere dove si
è, senza giudizio alcuno nell’accettazione dello stato presente,
appunto. E’ una dimensione meditativa declinata in tutte le tradizioni,
da più di duemila anni, fino alla più recente definizione di
Mindfulness,. Da queste qualità dell’operatore emerge una dimensione
relazionale che il termine Empatia definisce bene: viene dal cuore, dal
sostegno, dalla compassione, dalla condivisione e dalla sicurezza. La
dimensione Efferente è anche una delle principali qualità del tocco,
che non agisce ma riceve informazioni cercando in tutti i modi di non
fornirle, è la stessa idea del “non fare” che evidenzia il ricevere o
ancor meglio l’essere ricevuti o attraversati (dal Respiro della Vita).
La dimensione dello Spazio è
il contenitore e il luogo interno ed
esterno al corpo stesso che accoglie operatore e cliente. Essere
orientati allo spazio è la qualità che parte dai Fulcri, i punti fermi
intorno ai quali ogni movimento si realizza.
La Quiete Dinamica sottostante
è la dimensione formativa. Come il suono
emerge dal silenzio, la luce dall’ombra, il Movimento e Forma emergono
dalla Quiete. La Quiete è la dimensione in cui può avvenire il vero
cambiamento, la dimensione originaria. Oltre alla Quiete J. Jealuos ci
descrive altre due dimensioni sottostanti, il Vuoto che rappresenta lo
spazio dello sconosciuto, del mistero e delle possibilità e la Salute
sempre presente, quale principio creatore universale.