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Scopi Medicina Olistica

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La Medicina Olistica










LA PSICOLOGIA

Ancor prima delle Nuove Scienze, la Psicologia aveva scoperto i substrati fondamentali e sollevato le questioni metodologiche di fondo. Non tanto la psicologia generale, sviluppatasi secondo il modello riduttivistico accademico, quanto la psicanalisi che, già con S. Freud, aveva scoperto l’inconscio, quella parte della psiche connessa ai sistemi più innati ed istintivi che non può essere, per definizione appunto, conosciuta. E’ questa, tramite sistemi di difesa e di reazione assolutamente prioritari rispetto a quelli comprensibili e governabili con la volontà e la ragione, che determina gran parte della nostra vita emotiva, affettiva, sessuale e cognitiva.

Con W. Reich si arrivò a concepire l’unità funzionale tra struttura corporea (la corazza muscolare e tissutale), attitudini emozionali e modalità di pensiero chiarendo come l’energia legata alle interazioni (e. orgonica), se sviluppata adeguatamente o bloccata poteva garantire l’equilibrio e la salute o portare alle nevrosi , alle biopatie, alla malattia.

Con Jung si svilupparono i concetti di Inconscio Collettivo e di Sincronicità che facevano riferimento allo sviluppo di informazioni che si stratificano orizzontalmente e longitudinalmente attraverso il tessuto socio-culturale e le generazioni. Con Mattè Blanco, infine si sviluppano i concetti di logica simmetrica e logica asimmetrica, cioè di una bi-logica immanente ai processi percettivi ed elaborativi della psiche. L’incontro delle due modalità costituisce l’evento decisivo per tutti i fenomeni legati alla creatività, al fenomeno artistico, all’intuizione scientifica e al processo terapeutico.

L’aspetto deontologico, che risulta a questo punto l’unico basato su un moderno criterio scientifico, prevede che il terapista non possa mai inferire interpretazioni o giudizi sull’analizzante perché fa egli stesso parte, con i suoi meccanismi inconsci, del sistema terapeutico; non può che partire dal proprio sé e dalla propria analisi per tentare di stabilire un’interazione dove, riemergendo schemi affettivi e comportamentali bloccati e coatti, possa agire, attraverso un contributo informativo, ora verbale, ora corporeo (psicoterapie post-Reichiane) una riorganizzazione percettivo-cognitivo-emozionale della persona. Riteniamo che tale principio teorico e deontologico vada esteso a tutti i tipi di intervento terapeutico di tipo olistico.



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